La Cattedrale di San Sabino, definita da Mons. Francesco Cacucci “lo scrigno della fede, è sorta tra il XII e il XIII secolo, probabilmente verso l'ultimo trentennio del 1100, su un più antico luogo di culto, ossia sulle rovine del Duomo distrutto da Gugliemo I detto il Malo (1156); a destra del transetto è possibile osservare tracce del pavimento originario che si estende sotto la navata centrale.
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Fu costruita in stile romanico tra il 1087 e il 1100, durante la dominazione normanna.
L'edificazione della basilica è legata alle reliquie di san Nicola, traslate da sessantadue marinai baresi dalla città di Myra, in Licia, e giunte a Bari il 9 maggio 1087. Le reliquie vennero ospitate provvisoriamente presso il monastero di san Benedetto retto dall'abate Elia, il quale promosse subito l'edificazione di una nuova grande chiesa per ospitarle. Fu scelta l'area che sino a pochi anni prima aveva ospitato il palazzo del catapano bizantino, distrutto durante la ribellione per le libertà comunali e che Roberto il Guiscardo aveva donato l'anno prima all'arcivescovo Ursone; i lavori furono avviati a luglio dello stesso anno. Il 1º ottobre 1089 le reliquie furono trasferite nella cripta della basilica da papa Urbano II giunto appositamente a Bari.
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Allestito nelle ampie sale al primo piano dell’Episcopio raccoglie un’eredità storica e culturale che si identifica profondamente nella radice cristiana della comunità barese e la propone al visitatore attraverso un percorso carico di suggestione. La collocazione fisica del Museo riporta il visitatore all’interno dell’antico polo culturale e religioso della cristianità latina della Cattedrale e dell’Episcopio. La visita si articola in cinque sezioni: lapidario, pinacoteca, tesoro, paramenti sacri e i caratteristici rotoli degli Exultet. Inoltre è a disposizione un centro di documentazione costituito da biblioteca specializzata e documentazione d’archivio.
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La chiesa della purificazione, meglio nota come la "Raveddise" e cioè dei ravellesi, è un monumento di origine romanica legato, come tanti altri, ad una comunità etnica qui impiantatasi fin dal secolo nono.
In un documento del Codice Diplomatico Barese, datato 1594, viene chiamata "S.Pietro della Vallisa" e, nel 1651, solo "Vallisa". Situata nell'omonima via, all'ingresso del borgo antico, la "Chiesa della vallisa" sorge alle spalle dell'ex convento dei benedettini.
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Probabilmente edificata nel XII secolo, la Chiesa di Santa Pelagia è attualmente dedicata a Sant'Anna. La facciata rimaneggiata in epoche successive presenta resti della struttura originaria. L'interno è abbellito da un crocifisso ligneo, un altare di legno dorato, quattro statue di santi e numerosi dipinti.
Arciconfraternita S. Anna - Fu costituita in Bari, intorno all'anno 1584, la Confraternita S.Marco Buona morte nella chiesa di S.Agostino.
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Arciconfraternita della Ss. Trinità e dei Ss. Medici Bari, sec. XVI - Allo stato attuale delle ricerche non è possibile conoscere la data di istituzione della confraternita, già esistente nel 1555, come attesta l'atto notarile dell'8 maggio di quell'anno rogato dal notaio Nicola Santo Landi, con il quale si concedeva proprio alla confraternita una cappella sita presso il castello di Bari, cappella di patronato del monastero di S. Scolastica. Il regio assenso alle regole porta la data del 23 novembre 1789; lo statuto riformato fu approvato nuovamente l'11 settembre 1846. Nel 1871 ottenne di affiancare al titolo della Ss. Trinità quello dei SS. Medici. Nel 1921 si trasferì nella vicina chiesa di S. Giacomo, per poi tornare nel 1937 nella sua antica chiesa della Ss.Trinità. Nel 1924 venne elevata al grado di arciconfraternita.
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La Chiesa di San Michele Arcangelo si trova a “Bari Vecchia” nella strada degli orefici. Insieme al Palazzo San Michele, forma un complesso di straordinario interesse storico che ebbe grande importanza nei sec. XI e XII. La cripta della chiesa è particolarmente importante - nel 1087 lì furono conservate le spoglie di San Nicola che i marinai avevano “traslato” dalla città turca di Myra. Di notevole interesse è anche il chiostro Benedettino che si trova nel cortile del palazzo.
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Nella città vecchia, a pochi passi dalla Cattedrale dell’Assunta, troviamo la chiesa del Carmine con l’annesso convento. La chiesa, con facciata semplice a bugnato rustico e portale sovrastato da stemma barocco, sorge sui resti dell’antica piccola chiesa di S. Angelo di Mammacara, presente a partire dal 1105 secondo le fonti. Dell’antico edificio bizantino, come di un secondo ad esso sovrapposto fra Quattrocento e Cinquecento, è possibile oggi ammirare un pavimento musivo e alcuni tratti di muro emersi durante recenti lavori di scavo.
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San Marco dei Veneziani - La costruzione della chiesa è comunemente attribuita al 1002-1003, per celebrare la liberazione di Bari dai Saraceni ad opera del doge di Venezia Pietro Orseolo II.
L’edificio, di cui recentemente è stata riscoperta una sottostruttura bizantina, databile al X secolo, è stato in periodo imprecisato adoperato dalla colonia dei Veneziani, residenti a Bari per ragioni prevalentemente commerciali.
La prima menzione documentata risale a una pergamena del 1187: una bolla dell’arcivescovo Rainaldo a favore del vescovo di Cattaro, ove, tra i firmatari, compare un Maione, abbas sancti Marci (abate della chiesa di San Marco). Altri riferimenti si ritrovano fra il XIII e il XV secolo.
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La Chiesa di Santa Scolastica è tra le più antiche della città anche se sulla sua costruzione ci sono ancora oggi tanti dubbi. Presumibilmente l’edificio, che si trova nei pressi del Fortino di Bari, è stato edificato tra l’VIII e l’XI secolo ed oltre alla chiesa comprende anche un ex monastero. L’unica fonte certa è che ai tempi di Isabella d’Aragona, XVII secolo, venne inglobata nelle mura della città. Il portale della chiesa, in stile barocco settecentesco, è sormontato da una statua di San Benedetto, ai suoi lati due angeli e si nota anche lo stemma dell’arcivescovo Puteo, che consacrò l’edificio al culto nel 1579.
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La Chiesa del Gesù è uno dei pochi edifici sacri costruiti ex novo nella città pugliese in stile barocco. Edificata a partire dal 1583 sui ruderi di una vecchia chiesa gesuita, i lavori furono ultimati solo dopo due secoli.
A partire dal 1987 è stata affidata ai Cavalieri del Santo Sepolcro, il cui simbolo, rappresentato dallo stemma con le cinque croci, è visibile sul lato destro della facciata che si innalza imponente sulla piccola piazza.
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I Carmelitani Scalzi iniziarono la costruzione del monastero nel 1671; la chiesa fu eretta tra il 1690 e il 1696, come riportato nella lunetta del timpano della facciata. La denominazione è di derivazione popolare, ed era utilizzata per evitare la confusione con l'altra chiesa di Santa Teresa, ove dimoravano le Carmelitane e per questo detta "delle Donne", quest'ultima non è più esistente.
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La chiesa, situata nella centrale piazza dell'Odegitria, rappresenta uno dei rari esempi rimasti nella città in cui lo stile romanico si coniuga perfettamente con il barocco. E' annessa all'omonimo monastero delle monache Basiliane del X secolo, del quale, secondo la tradizione, fu prima badessa Mabilia, zia dell'imperatore Leone di Filosofo.
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